QUARESIMA: SILENZIO – PREGHIERA – CONVERSIONE – AZIONE – Angelo Nocent

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Quaresima…

tempo che sarà quanto ciascuno di noi deciderà di farne

Un commento al messaggio del nostro Vescovo per la Quaresima, a proposito di preghiera cristiana

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Gianpaolo Crepaldi vescovo di Trieste

L‘amico carissimo della prima ora, Mons. Pier Emilio Salvadè è procuratore generale dell’ente Diocesi, dell’Ente Chiesa Cattedrale di San Giusto e Presidente dell’Ente di culto San Giusto. Prelato d’Onore di Sua Santità. Canonico del Capitolo Cattedrale di San Giusto.

Presidente della Fondazione Caritas Trieste Onlus. Commendatore dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro di Gerusalemme. Commendatore del Sovrano Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Membro del Collegio dei Consultori, Canonico del Capitolo Cattedrale di S. Giusto.

Suo il commento al messaggio del Vescovo GIANPAOLO per la Quaresima, a proposito di preghiera cristiana, che si trasforma spesso e volentieri in PREGHIERA PAROLAIA. 

Don Pieremilio

Don Pier Emilio

Iniziamo un tempo forte: quello della Quaresima… e non manca giornale cristiano, messaggio, omelia che in questi giorni ci richiamano come questo tempo sia “favorevole”, tempo di grazia… tempo importante. Carichiamo moltissimo il tempo della Quaresima di grandi aspettative, forse anche di grandi propositi… di grandi annunci e di grandi auspici. 

Ma… proviamo a domandarci sinceramente: quando è stata l’ultima quaresima che ha cambiato anche solo per un poco la nostra vita? Viviamo esistenze talmente piene di cose, di corse… che neppure ci accorgiamo della vita che scorre mentre noi stiamo pensando alle nostre cose, ai nostri piccoli o grandi progetti.

In realtà credo sempre di più che la Quaresima acquista significato solo se avviene una cosa sola: una decisione personale, per farla diventare qualcosa di significativo.E’ come quando una persona deve fare un cammino psicoterapeutico… Possono dirle tante cose gli altri, possono fornirle tanti consigli e tanti bei numeri di telefono di un terapeuta o di un consultorio o di un medico , ma l’unico passo che salva quella persona è quando decide lei di prendere in mano il telefono e di chiedere aiuto. Lì è l’inizio della conversione.

Prima sono solo parole, auspici, desideri… Infatti qualsiasi terapeuta sa che l’inizio della guarigione è fare il passo a iniziare il cammino. Prima di quel passo ci sono solo belle parole e niente più. Solo quando “io” mi decido di farmi aiutare, allora è iniziato il tempo del cambiamento per me. Così è per la Quaresima… possono dirmi tante cose gli altri, si possono fare anche dei bellissimi riti collettivi come via crucis e digiuni, ma se non ho deciso io di mettermi in discussione, di dare valore per me a questi quaranta giorni, saranno bellissimi auspici che si infrangeranno come tanti nostri progetti di uomini.

Ho letto in questi giorni il messaggio che il Vescovo Giampaolo ha scritto alla nostra Diocesi per la Quaresima 2017, messaggio che viene distribuito con il prossimo numero di Vita Nuova. Di questo ricco e bel messaggio mi basta questa frase, che è quasi all’inizio: “Per il tempo santo della Quaresima, la Chiesa, oltre alla pratica del digiuno e delle opere di carità, ci invita a intensificare la preghiera. Essa consiste nello stare in ascolto davanti a Dio. Capita invece spesso che riduciamo la preghiera ad un’abnorme produzione di parole, convinti che la loro quantità sia utile a convincere Dio a fare ciò che noi desideriamo.Dietro a queste prassi poco pertinenti c’è spesso una cattiva educazione alla preghiera. Molti di noi siamo stati educati a dire preghiere e non a stare davanti a Dio per ascoltarlo”.

Il nostro Vescovo Giampaolo fa una mirabile sintesi di ciò che non è preghiera e che purtroppo noi pensiamo che sia: “stancare Dio con le nostre parole”. Pensiamo che la preghiera sia una prestazione d’opera, magari un modo per raccontarci come siamo bravi e belli davanti a Dio. Purtroppo ci hanno insegnato così, purtroppo ci hanno educato male, anche nei nostri ambienti parrocchiali.

Il Vescovo ce lo dice esplicitamente. Occorre che impariamo la preghiera di ascolto. Dobbiamo finirla di dire a Dio le nostre chiacchiere e dobbiamo imparare a disporci ad ascoltarlo. Pensiamo a quante volte diciamo: “Ascoltaci, Signore”, oppure “Signore, sia fatta la mia volontà”, quasi che noi dobbiamo insegnare il mestiere a Dio. Noi che non riusciamo a vedere chiaro neppure in una serata di nebbia, chiediamo a Dio, che è Luce, di fare quello che vogliamo noi… non è una cosa un po’ assurda?” “L’uomo dalle molte chiacchiere va senza direzione sulla terra “: ci insegna S. Benedetto nella sua Regola!

La preghiera invece è innanzitutto renderci conto di essere alla presenza di Dio. E’ questo che ci manca di più. Pensiamo che la preghiera sia un momento da vivere accanto ad altri momenti “atei” della nostra vita. La preghiera invece è essere alla presenza di Dio sempre, ovunque e con chiunque. Non esiste un tempo di preghiera e un tempo non di preghiera. Come una persona sposata… non è sposata solo quando parla con il suo partner o ci sta assieme… una persona è sposata sempre con l’altra, anche quando ci sono chilometri a dividerli. Così è con Dio. Dal Battesimo siamo diventati Suoi, e la preghiera è il momento in cui prendiamo coscienza di questa nostra essenza che è cambiata e quindi facciamo crescere la nostra relazione con il Dio a cui apparteniamo.

E’ questo il senso più profondo della preghiera del cuore o “esicasmo” che i padri Orientali del deserto ci hanno fatto conoscere. Una preghiera che non è esercizio intellettuale, ma è un atteggiamento costante che si incolla a noi come il nostro respiro. Allora capiamo perché abbiamo bisogno di ascoltare. Perché senza di Lui non possiamo fare nulla. Ma come possiamo ascoltare Dio se non troviamo mai il tempo di fare silenzio?

Abbiamo paura del silenzio… lo fuggiamo… Anche quando non sappiamo che fare ci stordiamo con le protesi che sono i nostri tablet e cellulari… siamo iperconnessi… perché abbiamo forse paura di stare soli con noi stessi, di abitare la nostra coscienza… di entrare in noi e fare vuoto in noi stessi, perché possa parlare Qualcuno.

Cosa sarà la Quaresima 2017?

Sarà qualcosa di positivo se vinceremo la tentazione di “riempire” ulteriormente la nostra vita cristiana di altre chiacchiere… di altre attività e di altri bei propositi irrealizzabili.La quaresima ci dirà qualcosa se avremo il coraggio di fermarci e di scegliere personalmente di fare spazio alla presenza di Dio, per esempio spegnendo tutto quanto e tornando a rigustare spazi di silenzio e di intimità con noi stessi. E ricominciare da capo la nostra relazione con Lui. Come se fosse la prima Quaresima della nostra vita o l’ultima, quella decisiva, che ci prepara all’incontro con l’Amato.

Ancora una volta: possiamo leggere bellissimi trattati sulla preghiera e non metterci mai a pregare. Come se si potesse sperimentare l’amore soltanto leggendo delle ottime opere letterarie su di esso e mai vivendolo in prima persona.Siamo all’inizio di una quaresima. Il vescovo ha scritto un bellissimo messaggio sulla preghiera. Ora sta a me, a te, decidermi se è giunto il tempo di mettermi in discussione e lasciarmi giocare da Dio. Tutto ciò che viene prima sono solo belle parole. Che rischiano di restare sulla carta dei bei propositi. A me, a te, la scelta. Che solo io o te possiamo fare.

Buona quaresima!

Sac. Pier Emilio Salvadè

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Grazie, Signore,
che ancora ci doni la possibilità di ravvederci e salvarci:
almeno in questo tempo si faccia più intensa la preghiera:
tacciano le passioni, si convertano i cuori,
si aprano le menti alla tua Parola
che di giorno in giorno ci accompagna
nel grande cammino verso la tua e nostra Pasqua.

Grazie allo Spirito che ti ha condotto nel deserto
per essere tentato anche tu, Signore,
così ci puoi ancor più capire, noi siamo le tue tentazioni:
sensi che urlano e magie e superstizioni
e fame di prodigi e di grandezze, orgogli che impazzano,
e la mente sempre più turbata e smarrita:

Signore, benché non capiamo, noi ti crediamo per questo:
perché sei tentato come uno di noi
e tu per noi hai vinto, da solo:
se ci vuoi salvare, Signore,
non lasciarci soli nella tentazione.

Amen. (David Maria Turoldo)

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