PENTECOSTE: IL GIORNO DOPO – ANCORA GLOBULI ROSSI? – Angelo Nocent

1-Scan10066Nocent Angelo - Cresima 29 Settembre 1950 - 2Tra poco sarò in questa chiesetta del XIV secolo, dedicata alla Madonna delle Assi che, all’origine, doveva essere una santella fatta di tavole, a ricordo di un’apparizione di cui ci parla una secolare  tradizione. Sulla parete sinistra c’è l’affresco della Pentecoste che mi è particolarmente caro. Sarò lì a depositare questi appunti per rinnovare una fede battesimale e per essere rinvigorito nel mandato ricevuto nella Cresima.

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Lunedì 25 Maggio 2015 – Sono già di ritorno dalla Messa mariana, celebrata dal Vescovo di Crema Oscar Cantoni che ogni anno viene a celebrare l’Eucaristia il giorno dopo la Pentecoste, quasi a soffiare sul Fuoco della Pentecoste perché non si spenga.

Sappiano gli amici, anche quelli di cui non conosco il volto, che li ho portati nel cuore ed ho depositato ai piedi della Vergine desideri, aspirazioni, pene, stanchezza…
La Madre orante che con la Chiesa intercede, invoca, supplica, piange…ci accompagni nei nostri cammini lungo le “PERIFERIE ESISTENZIALI”  che lo Spirito del Signore-Crocifisso-Risorto ci indicherà.

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ANCORA GLOBULI ROSSI ?

Che sia una fissazione, non lo escludo. Ma non appoggia proprio sul nulla. Ogni tanto succede che mi si chieda se si tratta di una nuova setta. Ho solo una parola rassicurante: solo dei battezzati, figli della Madre Chiesa, amata come la sposa del Signore Gesù che l’ha voluta, scelta, eletta per essere genitrice di figli capaci a loro volta di generare,“una discendenza più numerosa dell’arena del mare”, un granello di quella promessa ad Abramo, nostro padre nella fede. Dunque: non una fissazione ma un destino, un modo di essere nel corpo ecclesiale. Ognuno può far parte. A nessuno è chiesto un documento di riconoscimento, basta la fede battesimale.

LAMPEGGIANTE ANIMATO1-globuli-rossiPerché “GLOBULI ROSSI” altro non è che un dispositivo colorato, luminoso, una segnaletica stradale che ricorda chi siamo, da dove veniamo e dove siamo diretti.

Sempre per via del Battesimo, ognuno sa di appartenere al gruppo sanguigno “G”, quello di GESU’. Ne consegue che il mio, il nostro è un firmare i pensieri, le parole, le azioni con il Suo Sangue, consapevoli di essere “Eucaristia ambulante”: dall’Altare (Pane spezzato, Sangue versato “per la via del mondo”), al Territorio, Sua presenza nei luoghi della convivenza umana. Ecco tutto. Che è poi la “piccola via” di Teresa di Lisieux, Charles de Foucoluld, Riccardo Pampuri, Carlo Maria Martini…:la mia vocazione è l’amore. Con una percezione: che può succedere nella mia vita, ciò che è accaduto a Maria: “ha fatto della mia vita un luogo di prodigi, ha fatto dei miei giorni un tempo di stupore. Ha guardato me che sono niente…E’ Lui che solleva, è Lui che colma di beni, è Lui che può tutto. Lui solo il santo, un cuore di madre verso tutti (Luca 1, 46ss).

Teca eucaristica

  • Essere presenza: l’amore è presenza.
  • L’Eucaristia c’è dove sono io, povero contenitore fin che si vuole ma chiamato ad essere “ostensorio”.
  • Patire e morire per la Chiesa e per il Mondo, se mi viene richiesto.
  • Esserci e basta.
  • Amare e pregare.
  • Essere prima di fare.
  • Globuli Rossi: il bene lo si fa insieme: ciò che manca a me ce l’ha un altro.

Ma cosa sarà mai un globulo rosso che è visibile solo al microscopio?

  • Una goccia nell’oceano,
  • un pulviscolo,
  • un granello di sabbia nel deserto,
  • un niente…

Un niente! Epperò, con la percezione di essere qualcuno. Ma non un qualcuno inteso come qualcosa…No, con la viva percezione di far parte di un TUTTO, la percezione di essere uno che è stato ospitato da Dio, amato, amato, amato…uno che sa di poter contare nella sua vita sul rifugio che viene dall’amore di Dio, come un rifugio atomico che dà sicurezza. Dunque, una percezione d’amore che provoca un desiderio: fare di questo microscopico globulo che sono, una casa, un tetto, una vita ospitale. Io, ospitato per primo, teneramente accolto, sento il bisogno di ospitare, fare posto agli altri, trasfondere la sicurezza del mio amore e del mio affetto, della mia disponibilità ad aprire, a fare posto, ad aggiungere un posto nel cuore, ad accogliere. Non un’astrazione, quindi, ma un calore sperimentabile, l’effetto-sole su chi non si aspetta nulla dalla vita e, tanto meno da Dio.

Noi siamo fatti così:

  • se mi sento amato ho il desiderio di amare,
  • se mi sento ospitato, ho il desiderio di aprirmi, ospitare,
  • se mi sento perdonato, trovo anche la forza di perdonare.

1-Globuli Rossi Company16GLOBULI ROSSI altro non è (e non vuol essere) che la logica della vita cristiana alla portata di tutti: sperimento l’amore di Dio per me per trovare la forza dell’amore fraterno. Non necessita obbligatoriamente una struttura dietro le spalle, una bolla di approvazione, un fondo cassa come margine di “sicurezza”. Se ho nella mente, sulle labbra e nel cuore il Vangelo, io sono ricco abbastanza da poter fare cose inaudite, perfino di spostare montagne, ossia gli ostacoli di ogni genere che rendono difficile il cammino, angoscioso il vivere, avvilente l’essere uomo. Semplicistico. Ma nella misura che è Evangelico. Non servono fondatori perché tutto è già fondato: “ Andate, guarite, annunciate…

C’è una canzone che tanti hanno cantato a squarciagola per le strade di Caracas :

Llevame donde los hombres necesiten tus palabra 
necesiten tus ganas de vivir
donde falte la esperanza donde falte la alegria
simplemente por no saber de ti”

<< Portami dove gli uomini hanno bisogno della tua Parola, hanno bisogno della gioia di vivere, dove manca la speranza, dove manca l’allegria, semplicemente perché non conosce Te! >>

Padre misericordiosoCome la Chiesa, mi rendo uomo ospitale, accogliente, non perché sono particolarmente bravo ma perché come la Chiesa, di cui sono membro, tralcio unito alla Vite, sono consapevole di essere stato ospitato dal Signore, mi sento ospitato da Dio con tutta la mia povertà, fragilità e miseria, e perfino con i miei peccati. Se il Signore ha spalancato le braccia per ospitarci, allora noi, così limitati, tentiamo di allargare un po’ le nostre braccia per ospitare. Così accade il miracolo di considerare chi incontro nel mio quotidiano domestico e sociale, come un dono grande del Signore che mi permette di vedere con i Suoi occhi, di amare con il Suo cuore, di operare con le Sue mani.

Non si può capire Gesù, che è la benedizione per ogni uomo, per l’umanità, senza sua Madre. Chiesa e Maria vanno sempre insieme. Globuli Rossi “amici” di Gesù, figli della Santa Madre di Dio (Efeso), la credente che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, figli della Chiesa (Ecclesiam suam) semplicemente figli.

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LA TEOLOGIA DI SUPPORTO

Dal Vangelo secondo Giovanni (17, 12.20-21)

Padre, quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto … Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola, perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro perché siano una cosa sola come noi siamo una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

Dagli Atti degli Apostoli (2, 42-47)

Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.

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Dalla LETTERA PASTORALE del Vescovo Luciano della Chiesa che è in Brescia: “Un solo pane, un unico corpo”

13. Un solo pane, un unico corpo

Noi facciamo la comunione perché siamo invitati dal Signore (“Beati gli invitati alla cena del Signore”). Accogliere l’invito di Gesù è la nostra ‘beatitudine’, è fonte della nostra gioia. È accettare di ricevere la vita da colui che, nel preparare il banchetto, ha messo tutta la sua vita. Ma il discorso non si chiude qui. La comunione ha una dimensione essenzialmente sociale e dobbiamo renderla esplicita. Scrivendo ai Corinzi, Paolo invita i credenti a evitare ogni forma di idolatria e porta una motivazione tipicamente cristiana: non si può mettere insieme la comunione con Cristo e la comunione con gli idoli: “Parlo come a persone intelligenti; giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane” (1Cor 10,15-17).

1-Gesù in mezzo

Non siamo soli ad accostarci all’Eucaristia; siamo mescolati con tutta l’assemblea, con tutti i discepoli. Ci accostiamo all’altare per mangiare e per bere; per entrare in comunione col Signore vivente. E siccome il Signore nel quale l’Eucaristia c’introduce è l’unico Signore, aderendo a lui veniamo a costituire un’unica realtà, un unico corpo. L’abbiamo ricordato sopra e dobbiamo solo ripeterlo: l’Eucaristia fa la Chiesa, edifica il corpo vero di Cristo, rende presente la persona di Cristo nella storia del mondo attraverso la realtà visibile della Chiesa, suo corpo. Siamo davanti a un tema davvero centrale.

Il vangelo di Giovanni dice chiaramente che lo scopo della passione e della morte di Gesù è “raccogliere insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52). Nella sua ultima, suprema preghiera Gesù chiede per i discepoli l’unità, un’unità così profonda e intensa da essere il prolungamento sulla terra dell’unità che unisce il Padre e il Figlio, uno nell’altro, uno per l’altro: “Tutti siano una cosa sola; come Tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). La gloria di Dio, che cielo e terra sono chiamati a ricevere, è esattamente l’amore che unisce le persone divine in un dono reciproco totale, senza confonderle ma anche senza separarle o allontanarle una dall’altra. L’Eucaristia è in vista dell’edificazione di questa unità; la comunione eucaristica (mangiare e bere) produce in noi questa unità.

14. L’effetto dell’Eucaristia è l’unità della Chiesa

Mentre diventiamo una cosa sola con il Signore, si realizza una comunione stretta con gli altri. Nasce quella associazione, società, comunità, che noi chiamiamo Chiesa, e che è un vincolo di comunione e di fraternità che unisce tutti i credenti in Cristo che partecipano all’Eucaristia. E Paolo spiega il perché avviene questo: «Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane» (1 Cor 10, 17). Non c’è dubbio, c’è un «unico pane», è Cristo; non ce ne sono due o tre; c’è l’unico Cristo nel segno del “pane spezzato”. «Tutti noi partecipiamo, dunque, all’unico pane». La comunione che noi facciamo, la partecipazione vitale all’Eucaristia, è un gesto comune di partecipazione all’«unico pane» che è Cristo.

Dunque, dice Paolo, l’effetto è che noi «siamo un corpo solo». L’Eucaristia è «il corpo di Cristo», e il corpo di Cristo fa la Chiesa che è il corpo di Cristo (Col 1, 18). Il Sacramento trasforma noi in quello che Lui contiene, quindi nella vita di Cristo donata in obbedienza al Padre e per amore agli uomini. Lì nasce l’unità della Chiesa, l’unità di tutti i credenti.

Forse lo ricordate, l’“unità dei credenti” è una delle grandi promesse dei profeti. Essi hanno annunciato che alla fine dei tempi, quando le promesse di Dio si compiranno, il popolo di Dio sarà radunato e sarà un unico popolo, superando tutte le divisioni e le spaccature (Ger 31, 1ss).

Ebbene, l’Eucaristia produce questo. A dire la verità è la croce di Cristo che produce questo, e san Giovanni l’ha detto con un’insistenza grande: «Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11, 51-52).

E nel cap. 17, 1ss, il giorno prima della passione, il Vangelo di Giovanni ricorda la preghiera sacerdotale di Gesù, in cui Gesù chiede che tutti i credenti siano una cosa sola; come il Padre e Lui sono una cosa sola, anche noi in Loro, in Cristo, possiamo essere una cosa sola … Se voi ci avete fatto caso, tutte le volte che celebriamo l’Eucaristia, nelle preghiere eucaristiche noi chiediamo essenzialmente questo:

Ti preghiamo umilmente per la comunione al corpo e al sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo”. “Dona la pienezza dello Spirito Santo, perché diventiamo in Cristo un solo corpo e un solo spirito”.

Dunque, l’effetto dell’Eucaristia è l’unità della Chiesa, la quale è nient’altro che l’unità del corpo di Cristo. Siccome «il corpo di Cristo» è necessariamente unico, la Chiesa è necessariamente unica.

Preghiera:

TrinitàDio, Creatore e Padre, che riunisci i dispersi e li custodisci nell’unità, guarda con bontà il gregge del Tuo Figlio perché quanti sono consacrati da un solo battesimo e mangiano un solo Pane formino una sola famiglia nel vincolo dell’amore e della vera fede.

O Padre, ancora ti supplichiamo di mandare una rinnovata effusione dello Spirito Santo perché camminiamo in maniera degna della vocazione cristiana, offrendo al mondo la testimonianza della verità evangelica e operiamo fiduciosi per unire tutti i credenti nel vincolo della pace. Amen.

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Vieni, Spirito creatore,

  • e con la forza dei tuoi santi doni guida la Chiesa
  • perché sappia portare a tutte le generazioni
  • la luce della Parola che salva.

Spirito di santità, suscita nei cristiani il desiderio dell’unità piena,

  • per essere efficacemente nel mondo
  • segno e strumento dell’amore di Dio
  • verso ogni uomo e ogni donna del nostro tempo.

Spirito di comunione, anima e sostegno della Chiesa,

  • fa’ che la ricchezza di carismi e ministeri
  • contribuisca all’unità del Corpo di Cristo;
  • fa’ che laici, consacrati e ministri concorrano insieme a edificare l’unico Regno di Dio con tutti gli uomini di buona volontà.

Spirito di consolazione, sorgente inesauribile di gioia e di pace,

  • suscita solidarietà verso chi è nel bisogno,
  • provvedi agli infermi il necessario conforto,
  • infondi in chi è provato fiducia e speranza,
  • ravviva in tutti l’impegno per un futuro migliore. Amen.

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DONAMI LO SGUARDO INTERIORE

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: 
donami lo sguardo e l’udito interiore, 
perché non mi attacchi alla cose materiali, 
ma ricerchi sempre le realtà spirituali. 

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell’amore: 
riversa sempre più la carità nel mio cuore. 

Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità: 
concedimi di pervenire alla conoscenza della verità 
in tutta la sua pienezza. 

Vieni in me, Spirito Santo, 
acqua viva che zampilla per la vita eterna: 
fammi la grazia di giungere a contemplare 
il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen”

Padre Pedro

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  A Dio 

(Vittorio Gassman, appunto su foglietto volante)

Sempre ti chiamo
quando tocco il fondo,
so il numero a memoria
e ti disturbo come un maniaco
abbarbicato al telefono;

lascio un messaggio se sei fuori.
So che a volte cancelli
a qualche fortunato
il debito che tutti con te abbiamo.


La bolletta falla pagare a me,
ma dimmi almeno
che non farai tagliare la mia linea.
Ti prego, quando echeggerà
quell’ultimo e dolorante squillo,
Dio-per-Dio!
non staccare: rispondimi!

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5 risposte a PENTECOSTE: IL GIORNO DOPO – ANCORA GLOBULI ROSSI? – Angelo Nocent

  1. lucetta ha detto:

    GRAZIE ANGELO!!!!!! Questo post mi ha ricaricato!!!! Contenta più che mai di essere un globulo rosso. Dio ti benedica.

  2. lucetta ha detto:

    ALMA MISIONERA

    Señor,
    toma mi vida nueva
    antes de que la espera
    desgaste años en mí.
    Estoy
    dispuesto a lo que quieras
    no importa lo que sea
    Tú llámame a servir.

    CORO:
    Llévame donde los hombres
    necesiten tus palabras
    necesiten
    mis ganas de vivir
    donde falte la esperanza
    donde falte la alegría
    simplemente,
    por no saber de Ti.

    Te doy
    mi corazón sincero
    para gritar sin miedo,
    tu grandeza, Señor.
    Tendré
    mis manos sin cansancio
    tu historia entre mis labios
    y fuerza en la oración.

    CORO

    Y así
    en marcha iré cantando
    por calles predicando
    lo bello que es tu amor.
    Señor,
    tengo alma misionera
    condúceme a la tierra
    que tenga sed de Dios

    CORO

  3. msilvia2 ha detto:

    Globulo rosso è sempre accettare, offrire: Lui in noi, noi con Lui, in Lui, per Lui.
    Cuore divino di Gesù…per …Maria madre della Chiesa…in unione al sacrificio Eucaristico, per…
    «Tu sarai il mio altare, e sarai anche la mia vittima in unione con Me offriti
    e offrimi in ogni istante all’Eterno Padre con lo scopo tanto nobile
    di salvare le anime e didarGli gloria» (1906)(Conchita).

    Grazie.

  4. lucetta ha detto:

    Affidarsi allo Spirito

    (Carlo Maria Martini)

    Affidarsi allo Spirito significa riconoscere
    che in tutti i settori arriva prima di noi,
    lavora più di noi e meglio di noi;
    a noi non tocca né seminarlo, né svegliarlo,
    ma anzitutto riconoscerlo,
    accoglierlo, assecondarlo, seguirlo.
    Anche nel buio del nostro tempo,
    lo Spirito c’è e non si è mai perso d’animo:
    al contrario sorride, danza, penetra, investe, avvolge,
    arriva là dove mai avremmo immaginato…

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